Gheddafi, il dittatore che favorisce l’istruzione

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view post Posted on 2/4/2011, 15:58

Olimpo

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Gheddafi è un dittatore senza scrupoli, ma…



Libia: il sistema educativo

Ecco un articolo del 2006
" Il governo libico ha appena firmato un intesa con un associazione a scopo non lucrativo per acquistare computer portatili per 1,2 milioni di scolari “. www.msnbc.msn.com/id/15219383/ns/te...ch_and_gadgets/

Se il progetto sarà completato prima di giugno 2008, la Libia sarà la prima nazione in cui tutti gli scolari saranno dotati di una connessione internet attraverso computer educativi: il contratto di 250 milioni di dollari, stipula che saranno consegnati 1,2 milioni di portatili, un server per ogni scuola, delle squadre di tecnici, un servizio internet via satellite e altre infrastrutture.
Nicholas Negroponte, un ricercatore in informatica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha incontrato Moammar Gadhafi che sarebbe anche interessato a pagare un programma simile per altre nazioni africane come il Ciad, la Nigeria e il Ruanda."

Sul sito di One Laptop for Child che doveva consegnare i portatili, dichiarano che hanno iniziato a formare gli insegnanti prima di introdurre il materiale... http://wiki.laptop.org/go/Ask_OLPC_a_Quest...about_Countries a questo punto dell’attualità, è probabile che il progetto rimarrà fermo lì.

Riflessione a freddo… un feroce dittatore, si romperebbe la testa per importare dei computer, installare internet nelle scuole per tutti i giovani?
Non vorrebbe piuttosto mantenere la popolazione nell’ignoranza?

E le Università, come funzionano in Libia?

Secondo la rete internazionale dell’Educazione Superiore in Africa, la Libia aveva 300 966 studenti negli anni 2008-2009.
25 178 si sono laureati nel 2008 tra cui i 2/3 sono donne. La Libia ha 10 Università pubbliche dove la scolarità è totalmente gratuita.
Il sistema universitario libico ha la particolarità di essere un insegnamento di massa che favorisce l’accesso del maggior numero di persone all’insegnamento superiore.
La sua sfida principale è di essere gratuito e di permettere agli studenti migliori di proseguire i loro studi all’estero (dottorato e master) beneficiando di una borsa di studio del governo libico.
www.diplomatie.gouv.fr/fr/actions-f...ibye_52949.html

Fonte: au-bout-de-la-route

Aggiungo questa testimonianza molto esplicativa sulla situazione in Libia prima delle rivolte e dell’intervento della NATO.
www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=38083

Edited by tarn - 3/4/2011, 16:22
 
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Belfagorblu
view post Posted on 2/4/2011, 23:56




Il progetto di Negroponte One Laptop for Child doveva produrre computer molto economici e che potevano funzionare anche lontano da rete elettrica, grazie a una manovella generatore di energia, e soprattutto software libero (LINUX). Peccato che lla Microsoft si è opposta ed ha fatto fallire il progetto. Come? facendo causa a Linux per i progetti, minaccindo i governi a non far usare il software libero, promettendo computer Windows a basso prezzo.... e poi... nulla di fatto.

comunque ho appena appena letto questo post.

LA LIBIA CHE NON SI LEGGE SUI GIORNALI (una testimonianza sulla Libia del Cattivissimo Tiranno Gheddafi)
di Guido Nardo Ingegnere Gruppo ENI commento letto su Conflittiestrategie

Sono stato in Libia, da lavoratore, fino al 21 febbraio scorso quando, costretto dagli eventi, ho dovuto abbandonarla con l’ultimo volo di linea Alitalia.

Ho avuto modo di conoscere gran parte del Paese, da Tripoli a Bengasi, a Ras Lanuf a Marsa El Brega a Gadames, non frequentando gli ambienti dorati, ovattati e distaccati dei grandi alberghi, ma vivendo da lavoratore tra lavoratori e a quotidiano contatto con ambienti popolari, sempre riscontrando cordialità e sentimenti di amicizia per certi versi inaspettati e sorprendenti. Non era raro per strada sentirsi chiedere di poter fare assieme una fotografia da chi si accorgeva di stare incrociando degli italiani, peraltro numerosissimi anche per le tantissime imprese che vi operavano, dalle più grandi (ENI, Finmeccanica, Impregilo ecc.) alle più piccole (infissi, sanitari, rubinetterie, arredamenti ecc.), in un ambiente favorevolissimo, direi familiare…

Da quello che ho potuto constatare il tenore di vita libico era abbastanza soddisfacente: il pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l’equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce spada cira 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio….); l’acqua potabile portata dal deserto già in quasi tutte le città con un’opera ciclopica, in via di completamento, chiamata “grande fiume”; era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell’accordo con l’Italia; tutti erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento, così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compreso i social network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail.

Dalla fine dell’embargo la situazione, anche “democratica”, era migliorata tantissimo e il trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all’estero e rientrare a proprio piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti.

Quando sono scoppiati i primi disordini, la sensazione che tutti lì abbiamo avuto è stata quella che qualcuno stava fomentando rivalità mai sopite tra la regione di Bengasi e la Tripolitania, così come le notizie che rilanciavano le varie emittenti satellitari apparivano palesemente gonfiate quando non addirittura destituite da ogni fondamento: fosse comuni, bombardamenti di aerei sui dimostranti ecc.





Certamente dal punto di vista democratico i margini di miglioramento non saranno stati trascurabili, del resto come in tanti altri paesi come l’Arabia Saudita, la Cina, il Pakistan, la Siria, gli Emirati Arabi, il Sudan, lo Yemen, la Nigeria ecc. ecc… e forse anche un po’ da noi! Pertanto prima o poi qualcuno dovrà spiegare perché in questi Paesi non si interviene…

Sono triste e amareggiato al pensiero di come sarò considerato dagli amici libici che ho lasciato laggiù dopo questa scellerata decisione di stupidissimo interventismo!

Guido Nardo
Ingegnere Gruppo ENI





di Redazione IL PUNTO ROSSO a cura di Pietro Ancona
 
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view post Posted on 3/4/2011, 20:37

Olimpo

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@Belfagorblu. E' lo stesso articolo che avevo messo in fondo al post, questo vuol dire che lo abbiamo apprezzato entrambi? :)
 
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Belfagorblu
view post Posted on 4/4/2011, 22:38




Sì, scusa 2formulauno, visto che il primo link era in francese ho sorvolato entrambi ed ho lincato un articolo che stavo leggendo.... che figuraccia.
 
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view post Posted on 5/4/2011, 11:09

Olimpo

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CITAZIONE (Belfagorblu @ 4/4/2011, 23:38) 
Sì, scusa 2formulauno, visto che il primo link era in francese ho sorvolato entrambi ed ho lincato un articolo che stavo leggendo.... che figuraccia.

Nessuna figuraccia capita a tutti, anzi ho apprezzato che quell'articolo fosse postato per intero e che fosse stato ritenuto interessante anche da altri.. :)
 
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4 replies since 2/4/2011, 15:58   165 views
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